MAGICA TOSCANA..... un uliveto paradisiaco e un finale rocambolesco
Una rapida occhiata all'anno precedente mi suggerisce di ricordare le cose piacevoli e cercare di dimenticare le altre, seppure meno pesanti dei precedenti. Buona regola per proseguire senza troppo affanno, trarne benefici ed energie, voglia di fare progetti e poi, cosa non scontata, realizzarli.
Era iniziato sotto discreti auspici, un piacevole capodanno in casa di due amici veri, quelli che si contano sulle dita di una mano e poco più, in una casa dove sentirsi a casa, intorno ad una tavola imbandita con le cose più importanti, in primis cibo per l'anima e quell'accoglienza che scalda il cuore. Nei buoni propositi c'era l'occuparsi della salute fisica oltre a quella mentale, entrambe in condizioni precarie anche se desiderose di avviare una ripresa in contemporanea. Qui inizia un periodo difficile, ogni progetto viene momentaneamente rimandato in attesa di risolvere il principale, passano alcuni mesi e passa anche la paura, rimangono le incertezze e i mille dubbi che ne seguono, le scadenze da rispettare ma subentra una grande voglia di cambiare modalità, una svolta drastica e una sorta di sfida.
Qualcosa di bello è successo, a cominciare dal soggiorno in Toscana, mia terra di adozione, dove sono tornata ospite di Marisa, altro dito di mano, che mi ha ospitata, rifocillata, ascoltata, consolata, fatta divertire, "portata agggggiro" come dicono loro. Della Toscana non conosco molto, ma mi riprometto di farlo, è un terra stupenda: mare, colline, città e paesi fiabeschi, cucina strepitosa, abitanti calorosi. Il posto dove andiamo adesso è il parco dell'Uccellina, una zona leggermente montuosa a sud in provincia di Grosseto. Siamo nell'Ente Parco Regionale della Maremma, un vasto territorio che offre paesaggi eterogenei, gestito e monitorato da Guardie Forestali e guide ambientali. I percorsi iniziano dalla Sede dell'Ente Parco di Marina di Alberese e partendo dalle spiagge, immense, arrivano sino al punto più altro, Poggio Leccio 417 metri s.l.m. per poi degradare ed arrivare a nuove spiaggie e cale, molte torri di avvistamento ed i ruderi di una abbazia, San Rabano da cui si gode una vista spettacolare.
Un luogo mi ha fulminata, un uliveto cui si arriva dopo un sentiero che scende dalla Torre di Colle Lungo in mezzo alla macchia che improvvisamente si apre, alla vista appare un grande pianoro di erba verdissima, alle spalle il mare con visibilità su alcune isole, il piano è chiuso dal monte che porta a San Rabano. Questo uliveto, vecchio di 400 anni, uno dei più belli e a antichi della Toscana, mi richiama l'idea del Paradiso terrestre, uno dei luoghi più belli che mi sia capitato di vedere e che spero di rivedere, le foto non rendono la bellezza del luogo.
Inizia la discesa per il ritorno, un paesaggio molto vario, sempre con vista strepitosa sul mare, e sempre le isole dell'Arcipelago in lontananza. Raggiunto il piano andiamo verso l'uscita e qui inizia la parte tragicomica dalla giornata: il nostro sentiero va dritto verso una mandria di mucche maremmane che placidamente si godevano il sole del tramonto. Io le avevo sempre viste in fotografia, sui quadri dei macchiaioli,mai dal verso, sono enormi ma soprattutto hanno corna enormi, le femmine a forma di lira, altre sino ad un metro, per farsi strada nella macchia e difendersi dai predatori. Come ci avrebbero classificate? Mi assalì puro terrore, Marisa si offri di farmi scudo con la sua persona, pesa 45 kg con il cappotto, la ringraziai ma rifiutai per la mia e la sua incolumità. Non ci sono foto a immortalare la scena! Dopo alcuni secondi, eterni, presi la mia decisione, sarei tornata indietro, consapevole di allungare molto il percorso, dalla parte opposta, in quel punto l'uscita era a meno di un km. ne avevamo fatti 15..... la stanchezza cominciava a farsi sentire, adrenalina a livelli altissimi, il sole stava tramontando sul mare, si poteva intravedere tra i rami della vegetazione. Gambe in spalla, senza sentire la fatica e senza l'esatta percezione di dove stavamo andando e quale distanza avremmo dovuto ancora coprire. Avevamo un numero per ogni emergenza all'interno del parco ma.... niente campo! Ad un certo punto in una radura riusciamo a fare una veloce telefonata e spiegare in modo sommario la nostra posizione.... dopo un pò il rumore di un'auto ci fa fare salti di gioia con le ultime forze rimaste. La faccia dei due forestali non la dimenticherò mai. dovevano trattenere la loro ilarità e noi dovevamo spiegare ciò che era successo. I
l mea culpa mi sembrò doveroso. ci dissero che le maremmane sono pacifici animali che si avvicinano all'uomo perchè lo riconoscono come capo mandria, sono praticamente una delle molte attrazioni del posto. Nel frattempo ci stavano portando all'uscita e ci rendemmo conto che senza il loro arrivo sarebbe scesa la notte e a una certa ora i cancelli sarebbero stati chiusi. I chilometri fatti sarebbero stati altri 6, in tutto 21, dalla mattina sotto il sole, con parecchi saliscendi. Voglio bene a Marisa, siamo amiche da 45 anni, una persona splendida che non si .è innervosita, cosa che io avrei fatto, non mi ha fatto pesare la mia scelta, la mia stima nei suoi confronti, se ancora ce n'era bisogno, ha avuto un picco considerevole; i forestali, dopo averci scese vicino al parcheggio, sono tornati a casa, già oltre orario, credo abbiano iniziato a ridere subito dopo averci lasciate e saranno andati avanti per un pò. Sono figlia di contadini, questo accresce l'assurdità del mio gesto! La paura è paura, difficile vincerla, mi sono sentita un pò meglio quando Marisa mi ha assicurato che mi avrebbe ancora portata agggggiro.