lunedì 23 settembre 2024


Giornata iniziata in modalità down, cielo grigio, prime avvisaglie di autunno,


forse pioverà, meno male. Poi passa, al posto dei ricordi nostalgici si passa alle molte cose da fare e da programmare. La giornata di ieri è stata carica di emozioni, negative purtroppo, la prima reazione è stata di rabbia e amarezza, seguita da insonnia e pensieri contrastanti. A freddo poi arrivano le risposte migliori: le cose che contano non sono quelle che pensano e dicono gli altri, bensì quelle che solo noi possiamo sapere e con noi  le persone che ci conoscono e con noi sono in sintonia. 

E' il momento di affrontare le salite che ancora ci aspettano con lucidità e determinazione, ci siamo abituati e non ci spaventano, buttarsi a capofitto nelle cose che vorremmo fare, almeno provarci, uscire dai percorsi viziosi di lamentela e autocommiserazione, meglio un fallimento che una rinuncia a prescindere. Soprattutto dare al nostro tempo il giusto valore, molto ne è stato sprecato e purtroppo non ritorna. 

 Faccio mia una frase della grande  Paola Marella, "si può essere invidiosi in maniera positiva, e solo in quella: vedere qualcosa di più bello ci spinge a fare meglio". 

E.... mai dimenticare che dietro le nuvole più nere c'è sempre il sole!

Dopo cotanta saggezza facciamo nostra anche la notte .



martedì 2 luglio 2024

UP & DOWN


Quando si è toccato il fondo la cosa difficile è risalire, la cosa fondamentale è trovare la forza di farlo, la cosa più ovvia è pensare che questo avvenga con il tempo..... Possiamo rimanerci per tempo immemore, senza forze, in attesa di tempi migliori.  saremo costretti a rialzarci da soli, a sperare che ogni domani sia migliore del precedente. 


Il silenzio assordante è l'ossimoro che meglio identifica certi stati d'animo, può durare alcune ore ma anche intere giornate con il  telefono spento, le persiane chiuse, il campanello senza risposte. Non c'è nulla di razionale e ragionato in tutto questo, è come una massa di acqua gelata che ci travolge, non si sa quanto tempo impiegherà per ritornare nel suo alveo e permetterci di ritornare ad uno stato di quasi normalità. 


Lentamente si ritorna a recuperare una parte del tempo che abbiamo perduto, che nel frattempo ha prodotto qualche problema gestionale e organizzativo, questo ci dà una efficace scrollatina, ci riporta nel reale, ci impone di "fare",  una delle parole magiche che contribuisce a farci uscire dal limbo e rientrare fra i "vivi". 


Lentamente riprendiamo gesti e abitudini ripetuti per anni, riscopriamo le nostre antiche passioni e le cose che ci facevano star bene, il piacere della nostra casa e dei ricordi che contiene, con cautela riprendiamo progetti lasciati a metà anni prima, riallacciamo amicizie e frequentazioni. Nel frattempo qualcuno ha fatto perdere le sue tracce, inevitabile, altri sono riapparsi sapendo che ci avrebbero trovato spazi vuoti dove la loro presenza sarebbe stata preziosa, non li ringrazierò mai abbastanza!


Lentamente le giornate assumono aspetti diversi, le attività sono più costanti. Subentra  una parvenza di nuova normalità a volte squarciato dal peso di ricordi, sia spiacevoli che gradevoli.  Entrambi fanno male, ma sono passaggi obbligati, dei guadi da traversare, un percorso obbligato, al di là del guado ci sono zone d'ombra e percorsi accidentati, incertezze e ombre del passato, ma a questo punto la consapevolezza che noi abbiamo un grande dono, la nostra vita, abbiamo il dovere di custodirla nel miglior modo possibile e consapevole, anche se la consapevolezza è che nulla sarà come prima, ci sono cicatrici che rimangono per sempre.
















martedì 27 febbraio 2024

 


Un albero dai mille significati: l'olivo




campo di olivi in Toscana
 
L'olivo o ulivo (olea europaea)  appartiene alla famiglia  delle Oleaceae e al genere Olea.

E'  un albero da frutto si presume originario dell'Asia Minore
E'  utilizzato fin dall'antichità per l'alimentazione. Le olive, i suoi frutti, sono impiegati per l'estrazione dell'olio di oliva  e, in misura minore, per l'impiego diretto nell'alimentazione. A causa del sapore amaro dovuto al contenuto in polifenoli  appena raccolte, l'uso delle olive come frutti nell'alimentazione richiede però trattamenti specifici finalizzati alla deamaricazione (riduzione dei principi amari), realizzata con metodi vari. L'olivo svolge preziose funzioni ambientali mitigando i cambiamenti climatici. 
L'olivo è un albero sempreverde e un latifoglie, la cui attività vegetativa è pressoché continua, con attenuazione nel periodo invernale. Ha crescita lenta ed è molto longevo: in condizioni climatiche favorevoli può diventare millenario e arrivare ad altezze di 15-20 metri. La pianta comincia a fruttificare dopo 3-4 anni dall'impianto, inizia la piena produttività dopo 9-10 anni e la senescenza è raggiunta dopo i 40-50 anni. 
E' una pianta dai profondi significati Biblici e  Religiosi, è una pianta sacra, e sacro è il succo dei suoi frutti, l'olio.
Nell'Orto degli Ulivi Cristo passò le ultime ore prima della Passione. Nella festa cristiana delle Palme, celebrata una settimana prima della Pasqua, l'ulivo rappresenta Cristo stesso che con il suo sacrificio diventa strumento di riconciliazione e di pace per l'umanità
Regalare un olivo ha un significato molto profondo, perché è da sempre un simbolo di pace, ricchezza e prosperità. 
Anche conosciuto come “albero della vita” data la sua capacità a vivere per secoli, l'olivo viene donato per augurare un futuro ricco di pace, gioia e serenità. 
Cresce spontaneo nelle zone marittime e viene largamente coltivato nella zona mediterranea. In Italia gli olivi vengono coltivati sporadicamente anche al Nord e in modo più abbondante nel Centro-Sud. Il termine sporadicamente oggi è parzialmente modificabile, i cambiamenti climatici sono in parte responsabili, in questo caso in modo positivo, alla loro coltivazione anche nelle nostre zone, in pianura crescono senza problemi, danno una discreta produzione di frutti, ma anche ad altezze maggiori, fino ai 700-800 delle aree pedemontane alpine in posizione riparata con adeguata pacciamatura e protezione invernale crescono rigogliosi. L'ho piantumato nel mio giardino a 700 mt di altezza quando è nato il mio nipotino, il mio albero preferito per il piccolo grande amore che ha riempito e dato un senso alla mia vita in questi ultimi anni. Al momento entrambi crescono nel migliore dei modi. 
Potrei dilungarmi molto a scrivere di questa pianta, da sempre rappresentata nel mio immaginario nei territori che amo di più, quelli mediterranei, vicini al mare, sulle colline, il tronco scultoreo, monumentale, impossibile trovarne uno uguale all'altro, le radici, alcune avventizie, cioè che non si sviluppano dall'apice radicale dell'embrione ma da altri parti della piante, fuori dal terreno, forma intrecci nei quali a volte crescono cespugli e arbusti.  
Un campo di olivi è un luogo magico popolato da creature con forme surreali, con parti cave e misteriose......
L'olivo più vecchio del mondo si trova nel villaggio di Vouves, sull'isola di Creta. La sua età si aggira tra i 2000 e i 4000 anni.
Molto si potrebbe dire sui suoi frutti, le olive, e sul suo prodotto privilegiato, l'olio........ più avanti......

martedì 20 febbraio 2024

 LA CUCINA IN TOSCANA

I PARTE







La Toscana è un meraviglioso territorio ma non solo, è anche una magnifica cucina che affonda le sue radici addirittura presso gli Etruschi, un popolo di cui si hanno tracce a partire dall'8^ secolo a.C. nella Toscana centro-meridionale  e nell'alto Lazio.

Nel Medioevo abbiamo molte testimonianze di cibi che sono arrivati ai giorni nostri, come espressione della cucina popolare, basata principalmente sul pane, anche se carne bianca selvaggina e maiale sono importanti. Inizia in questo periodo  l'attività vinicola in zone come Montalcino e Montepulciano e la Vernaccia. E' la prima regione dove si diffuse l'uso della forchetta. L'ascesa della famiglia dei Medici diede gloria alla cucina, grandi banchetti con piatti sempre più ricchi. La Grande Caterina de' Medici portò in Francia la cucina Toscana quando andò in sposa ad Enrico II . E' toscano Pellegrino Artusi, il suo "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene" più conosciuto come l'Artusi scritto nel 1891 rimane ad oggi uno dei capisaldi  della cucina italiana scritto in falsetto toscano che funzionò   anche come "abbecedario" della lingua italiana a molti allora sconosciuta. 

Non è una cucina con molti piatti ma con sapori forti e ben definiti, molte carni, la mitica razza chianina allevata nelle zone di Arezzo e Siena, un tempo utilizzata come forza motrice e ora utilizzata  esclusivamente per la produzione di carne. Il fiore all'occhiello è la bistecca di chianina, comunemente chiamata fiorentina e così e conosciuta in tutto il mondo, deve essere di spessore di almeno 3 cm. cucinata sulla griglia della brace a legna, unica e inimitabile. 

Ottimi primi di pasta fresca, tortelli di patate del Mugello, tortelloni alla maremmana, tortelli lucchesi. Gli gnudi, un ottimo piatto, semplice e saporito, "gnocchi fatti con il ripieno dei tortelli, spinaci, erbette, ricotta, pecorino grattugiato, uova, spezie e farina, vanno infarinati e lessati , scolati e conditi con ragù o burro e salvia (ottimi)". E ancora le pappardelle, da gustare con ragù di cacciagione, infine i pici, spaghettoni irregolari. Fra i secondi oltre la succitata fiorentina la trippa, l'arista di maiale,  il cinghiale in umido, il lampredotto. Il pesce merita una discorso a parte come i dolci e i piatti della tradizione

In conclusione  ecco la ricetta di un piatto uscito dai confini regionali, il crostino toscano o crostino di fegatini di pollo  pescata dall'Artusi. "Mettete i fegatini di pollo lavati e  sminuzzati  insieme con un battutino composto di uno scalogno un pezzetto di grasso di prosciutto, sedano carota un poco di olio e di burro, sale e pepe.  A mezza  cottura levate  i fegatini e con due o tre pezzi di funghi secchi ammollati tritateli fini colla lunetta. Rimettili al fuoco nell'intinto della mezza cottura e con un pò di brodo finite di cuocerli. Devono risultare teneri e con il composto abbastanza liquido per poterle spalmare sul pane spalmato con un pò di burro oppure intingere velocemente le fette di pane nel brodo".

Molto ci sarebbe ancora da dire, sui dolci in particolare. Per ritornare a Caterina de' Medici molte sono le innovazioni e i nuovi piatti che introdusse alla corte Francese, uno per tutti, lo zuccotto, un dolce tipico di Firenze che sarà molto apprezzato oltralpe. 





 





lunedì 12 febbraio 2024

 

MAGICA TOSCANA..... un uliveto paradisiaco e un finale rocambolesco

Una rapida occhiata all'anno precedente mi suggerisce di ricordare le cose piacevoli e cercare di dimenticare le altre, seppure meno pesanti dei precedenti. Buona regola per proseguire senza troppo affanno, trarne benefici ed energie, voglia di fare progetti e poi, cosa non scontata, realizzarli.

Era iniziato sotto discreti auspici, un piacevole capodanno in casa di due amici veri, quelli che si contano sulle dita di una mano e poco più, in una casa dove sentirsi a casa, intorno ad una tavola imbandita con le cose più importanti, in primis cibo per l'anima e quell'accoglienza che scalda il cuore. Nei buoni propositi c'era l'occuparsi della salute fisica oltre a quella mentale, entrambe in condizioni precarie anche se desiderose di avviare una ripresa in contemporanea. Qui inizia un periodo difficile, ogni progetto viene momentaneamente rimandato in attesa di risolvere il principale, passano alcuni mesi e passa anche la paura, rimangono le incertezze e i mille dubbi che ne seguono, le scadenze da rispettare ma subentra una grande voglia di cambiare modalità, una svolta drastica e una sorta di sfida. 

Qualcosa di bello è successo, a cominciare dal soggiorno in Toscana, mia terra di adozione, dove sono tornata ospite di Marisa, altro dito di mano, che mi ha ospitata, rifocillata, ascoltata, consolata, fatta divertire, "portata agggggiro" come dicono loro.  Della Toscana non conosco molto, ma mi riprometto di farlo, è un terra stupenda: mare, colline, città e paesi fiabeschi, cucina strepitosa, abitanti calorosi. Il posto dove andiamo adesso è il parco dell'Uccellina, una zona leggermente montuosa a sud in provincia di Grosseto. Siamo nell'Ente Parco Regionale della Maremma, un vasto territorio che offre paesaggi eterogenei, gestito e monitorato da Guardie Forestali e guide ambientali. I percorsi iniziano dalla Sede dell'Ente Parco di Marina di Alberese e partendo dalle spiagge, immense, arrivano sino al punto più altro, Poggio Leccio 417 metri s.l.m. per poi degradare ed arrivare a nuove spiaggie e cale, molte torri di avvistamento ed i ruderi di una abbazia, San Rabano da cui si gode una vista spettacolare. 

Un luogo mi ha fulminata, un uliveto cui si arriva dopo un sentiero che scende dalla Torre di Colle Lungo in mezzo alla macchia che improvvisamente si apre, alla vista appare un grande pianoro di erba verdissima, alle spalle il mare con visibilità su alcune isole, il piano è chiuso dal monte che porta a San Rabano.  Questo uliveto, vecchio di 400 anni, uno dei più belli e a antichi della Toscana,   mi richiama l'idea del Paradiso terrestre, uno dei luoghi più belli che mi sia capitato di vedere e che spero di rivedere, le foto non rendono la bellezza del luogo. 

Inizia la discesa  per il ritorno, un paesaggio molto vario, sempre con vista strepitosa sul mare, e sempre le isole dell'Arcipelago  in lontananza. Raggiunto il piano andiamo verso l'uscita e qui inizia la parte tragicomica dalla giornata: il nostro sentiero va dritto verso una mandria di mucche maremmane che placidamente si godevano il sole del tramonto. Io le avevo sempre viste in fotografia, sui quadri dei macchiaioli,mai dal verso, sono enormi ma soprattutto hanno corna enormi, le femmine a forma di lira, altre sino ad un metro, per farsi strada   nella macchia e difendersi dai predatori. Come ci avrebbero classificate? Mi assalì puro terrore, Marisa si offri di farmi scudo con la sua persona, pesa 45 kg con il cappotto, la ringraziai ma rifiutai per la mia e la sua incolumità. Non ci sono foto a immortalare la scena! Dopo alcuni secondi, eterni, presi la mia decisione, sarei tornata indietro, consapevole di allungare molto il percorso, dalla parte opposta, in quel punto l'uscita era a meno di un km. ne avevamo fatti 15..... la stanchezza cominciava a farsi sentire, adrenalina a livelli altissimi, il sole stava tramontando sul mare, si poteva intravedere tra i rami della vegetazione. Gambe in spalla, senza sentire la fatica e senza l'esatta percezione di dove stavamo andando e quale distanza avremmo dovuto ancora coprire. Avevamo un numero per ogni emergenza all'interno del parco ma.... niente campo! Ad un certo punto in una radura riusciamo a fare una veloce telefonata e spiegare in modo sommario la nostra posizione.... dopo un pò il rumore di un'auto ci fa fare salti di gioia con le ultime forze rimaste. La faccia dei due forestali non la dimenticherò mai. dovevano trattenere la loro ilarità e noi dovevamo spiegare ciò che era successo. I




l mea culpa mi sembrò doveroso. ci dissero che le maremmane sono pacifici animali che si avvicinano all'uomo perchè lo riconoscono come capo mandria, sono praticamente una delle molte attrazioni del posto. Nel frattempo ci stavano portando all'uscita e ci rendemmo conto che senza il loro arrivo sarebbe scesa la notte e a una certa ora i cancelli sarebbero stati chiusi. I chilometri fatti sarebbero stati altri 6, in tutto 21, dalla mattina sotto il sole, con parecchi saliscendi. Voglio bene a Marisa, siamo amiche da 45 anni, una persona splendida che non si .è innervosita, cosa che io avrei fatto, non mi ha fatto pesare la mia scelta, la mia stima nei suoi confronti, se ancora ce n'era bisogno, ha avuto un picco considerevole; i forestali, dopo averci scese vicino al parcheggio, sono tornati a casa, già oltre orario, credo abbiano iniziato a ridere subito dopo averci lasciate e saranno andati avanti per un pò. Sono figlia di contadini,  questo accresce l'assurdità del mio gesto! La paura è paura, difficile vincerla, mi sono sentita un pò meglio quando Marisa mi ha assicurato che mi avrebbe ancora portata agggggiro.


 

giovedì 8 febbraio 2024

Riparto da qui!!!!!!!

 

Dopo la fine c'è un nuovo inizio, si dice. Non si conosce la dinamica di come e quando ciò potrebbe accadere, non siamo in grado di gestire nè tempi nè metodi, possiamo sforzarci di  uscire dal buio e lasciare spazio al nuovo ,  si intravedono lame di cielo, la salita si fa meno accidentata, si intravede la meta..... meno vicina di quanto possa sembrare, ma non irraggiungibile.

La metafora della salita è una costante dei momenti difficili, nella salita c'è fatica, sfida con se stessi, voglia di arrivare ad una meta, una conclusione. una prova di coraggio.

Riparto da qui, in una altalena di sensazioni e sentimenti contrastanti, ma con una voglia nuova.....