Piccole soddisfazioni....
Ogni tanto in cucina mi cimento in cose che non mi erano riuscite prima, diventa una sfida, sono caparbia e mi piacciono. Stavolta non sembrava una mission impossible, si trattava di candire le bucce di arancia.
Il tutto a Pasqua, argomento pastiera, fra le tante varianti proposte ho seguito quella di una amica, napoletana doc, sono previsti canditi, a casa non ci sono, mancano pochi giorni e infilarmi in un negozio non ne ho voglia, saranno tutti affollati, come sempre.
Quindi, unica alternativa "farle"!
Altre volte ci ho provato, il problema è il solito, sempre un pò dure e soprattutto amare.... A questo punto nasce il lampo, ogni tanto succede ancora....
Ho pensato al baccalà salato, al fatto di tenerlo in acqua per alcuni giorni, con risciacqui ogni tot, quindi perchè non tentare la stessa procedura? poi si vedrà. Quindi ho sbucciato delle arance, con buccia spessa, le navel per intenderci, cercando di tralasciare il bianco (la parte amara) facendo delle fette larghe 3 cm, le ho tenute in acqua cambiata spesso per un giorno e una notte. la mattina successiva le ho lavate abbondantemente, poi messe in acqua calda a bollire per 20 minuti, a piacere aggiungere un stecca di cannella. Poi asciugate, pesate, aggiunto equivalente peso di zucchero, ho usato zucchero di canna e un pò di miele, tagliate a striscioline, larghe 1/2 cm
Quando il liquido inizia ad colorarsi e a solidificarsi girare delicatamente le strisce, quando sono lucide e il liquido molto ridotto, saranno passati almeno 20 minuti, con una pinza da cucina estrarle e appoggiarle su carta da forno. Tagliarle a pezzi piccolissimi per la pastiera o altri dolci, intere si possono conservare in un barattolo, lo volevo fare ma..... non è stato possibile, troppo buone!
Si possono fare anche con le bucce di limone e di cedro che avendo la buccia molto spessa hanno sicuramente una buona resa. Ottime nelle tisane, nei biscotti, per decorare, da mangiare (es. cannoli siciliani). In questo modo dell'arancia nulla si butta, questo mi piace, il cibo va consumato con il minimo scarto.
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