mercoledì 4 giugno 2025

Qualcosa di insolito

 Puntuale come una cartella esattoriale in questi giorni è fiorita la pianta più "particolare" fra tutte quelle che posseggo e che conosco. Ha caratteristiche inconfondibili, un colore di per sè piacevole (bordeaux) portamento fogliare eretto ed elegante, il fiore, una grande spata, quando è aperto è eretto, è alto sui 50-60 cm.  Ciò che lo rende particolare unico ed inconfondibile è l' "odore" della sua infiorescenza, riconoscibile a diversi metri di distanza, lo si sente quando è ancora chiuso in mezzo alle foglie da alcuni metri distanza.  

Dracunculus vulgaris

La dragontea o erba serpentaria (Dracunculus vulgaris) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Aracee
Sono diffusi molti nomi comuni per questa pianta, sempre della stessa matrice di "dragontea" ("dracuncolo", "dragonea", "dragonzio", "draguna", "dragunaea"), così come altre variazioni sul tema "erba serpentaria", come "erba biscia", "erba serpona", "lingua di serpe", "serpentaria" e via dicendo.

È una robusta pianta, che può crescere fino ad 1,5 metri. Germoglia da un bulbo sotterraneo, ; tra aprile e maggio genera un'infiorescenza pesante e di grandi dimensioni: essa è composto da una spata, di colore violaceo all'interno, e verde all'esterno, che può raggiungere l'ampiezza di 50 cm, contenente i fiori veri e propri, sia quelli maschili, sia quelli femminili
La pianta, specie nelle parti fresche, è tossica per l'uomo.

Si tratta di una specie ampiamente diffusa, nativa nei Balcani, in Turchia sudoccidentale e in varie isole del Mar Egeo, inclusa Creta; è stata inoltre introdotta in FranciaItaliaisole britannicheAlgeria nordorientale, Nuova Zelanda e Stati Uniti d'America, dove è adattata. In Italia, nello specifico, è presente in quasi tutte le regioni, in alcuni casi come avventizia, ma è più comune in quelle mediterranee.

Nonostante sia stata inserita fra le specie vulnerabili in alcune regioni (come in Toscana), globalmente la situazione di questa specie non desta particolari preoccupazioni riguardo alla sua conservazione; l'unico pericolo immediato è la raccolta di esemplari selvatici a scopi commerciali, ma il mercato di questa pianta è ancora piuttosto ridotto

Popolarmente, in Turchia, i frutti di questa pianta erano utilizzati per la cura dei reumatismi, e i semi per quella delle emorroidi

Va detto che non ne conosco la provenienza, nel mio giardino non l'ho piantata, ma può succedere, i semi possono arrivare in molti modi, portati dal vento, dagli uccelli, dalla sorte. Ogni anno mi dico che la devo eliminare, poi fiorisce, un fetore insopportabile ma ha il suo fascino, insolito ma innegabile. 
L'ha notata anche il mio nipotino, attento osservatore, il suo commento è stato "ma puzza veramente"!





sabato 22 marzo 2025

 


La sindrome di Wanderlust

Il termine wanderlust è di origini tedesche e deriva dall’unione di due parole: “wandern” e “lust”, ovvero “camminata” e “desiderio” e significa letteralmente “desiderio di vagabondare”. Tuttavia, non si tratta di un semplice desiderio, bensì identifica l’impulso a viaggiare e a non stare mai fermi in un solo posto. Per alcuni è una fissazione, un’ossessione o magari anche la valvola di sfogo per alleviare insoddisfazioni personali. I wanderluster si riconoscono al volo e ci sono dei segnali inequivocabili per comprendere se si è affetti da questa sindrome.
Non si tratta di una malattia,  tuttavia nei casi più estremi, porta ad un forte senso di frustrazione e malessere, nel momento in cui si è impossibilitati a viaggiare. Chi ne soffre sta male fisicamente e psicologicamente quando non può viaggiare. Per questo motivo il wanderlust è anche chiamato il “mal di casa”, ovvero il vivere una  sofferenza emotiva quando si è costretti a stare a casa con la consapevolezza che là fuori c’è un mondo intero da scoprire.

Alla base di questa sindrome ci sarebbe una forte componente biologica, in quanto della voglia di viaggiare sarebbe responsabile un gene specifico: il recettore della dopamina D4,  sarebbe il responsabile dell’amore per il viaggio e l’avventura e che questo gene sarebbe presente solo nel 20% della popolazione mondiale.

Ulteriori studi al riguardo hanno poi dimostrato che la maggior parte delle persone affette da questa sindrome sono geograficamente collocate in aree del mondo in cui storicamente i viaggi sono sempre stati incoraggiati, come per esempio l’Africa, da cui già milioni di anni fa migrarono i primi uomini.

Uno dei primi indizi è che gli individui “wanderluster” non riescono a star fermi in un solo luogo per lunghi periodi, non amano la vita routinaria e vogliono sempre essere in movimento. Non c’è un motivo ben preciso ma si è felici e soddisfatti solo se si viaggia, altrimenti le giornate sembrano tutte uguali e noiose. Inoltre, non ci si riesce a godere appieno il presente perché si ha sempre in mente quel viaggio straordinario che ci ha fatto sentire vivi, e al ritorno da un viaggio, si senta già il bisogno irrefrenabile di ripartire verso nuove avventure.

Si dice che il viaggio inizia dal sogno e il sogno è la nostra evasione la nostra voglia di cambiamento, il viaggio è emozioni, avventura, nuove conoscenze, da soli o in compagnia, con qualsiasi mezzo di trasporto, ci arricchirà di ricordi, immagini, qualche imprevisto, ma fa parte del gioco.     
Il viaggio è libertà, possiamo scegliere le nostre mete, i nostri compagni di avventura, il periodo, la durata. Il viaggio è adrenalina, evasione, ci rigenera quando siamo "down"  ci aiuta a far defluire lontano da noi i "carichi pesanti". 

Ma soprattutto il viaggio è vita nuova!



 





venerdì 14 marzo 2025



 Bentornata Primavera, portatrice di emozioni, poesia, stupore!

E' Primavera, ormai ci siamo, per quella calendariale mancano pochi giorni, quella meteorologica è arrivata! E' un  inseguirsi di colori, mutazioni continue, una rinascita e un rinnovamento che salgono dalla terra, la mia stagione preferita, tutto ciò che l'inverno aveva sepolto sta germogliando, giorno dopo giorno, sotto il tiepido sole di questa stagione. Si inizia con il togliere i segni dell'inverno, ripulendo, operazione molto importante in quanto nelle foglie di riporto si possono annidare batteri, funghi e altro, tutto molto dannoso per le piante indebolite dal freddo, potando, togliendo tutto il superfluo, per stimolare nuovi germogli, fornendo supporti a situazioni di difficoltà, facendo spostamenti logistici. Un giardino necessita di continua attenzione, le piante, piccole o grandi, stagionali o perenni, sono esseri viventi, in quanto tali hanno esigenze, di ombra e di luce, necessitano di acqua e concimi, non è vero, come qualcuno sostiene, che basta metterle in terra e ci pensano da sole, niente di più sbagliato, saranno autonome per un pò ma poi inizieranno a dimostrare delle difficoltà, se non si interviene potremmo avere spiacevoli sorpresa. La primavera è rivelatrice dello stato delle nostre piante,  durante le cure del periodo possiamo intervenire e prevenire, ciò che sarà in nostro giardino o il nostro terrazzo nei mesi successivi sarà il risultato di quanto fatto in questo periodo.