La sindrome di Wanderlust
Alla base di questa sindrome ci sarebbe una forte componente biologica, in quanto della voglia di viaggiare sarebbe responsabile un gene specifico: il recettore della dopamina D4, sarebbe il responsabile dell’amore per il viaggio e l’avventura e che questo gene sarebbe presente solo nel 20% della popolazione mondiale.
Ulteriori studi al riguardo hanno poi dimostrato che la maggior parte delle persone affette da questa sindrome sono geograficamente collocate in aree del mondo in cui storicamente i viaggi sono sempre stati incoraggiati, come per esempio l’Africa, da cui già milioni di anni fa migrarono i primi uomini.
Uno dei primi indizi è che gli individui “wanderluster” non riescono a star fermi in un solo luogo per lunghi periodi, non amano la vita routinaria e vogliono sempre essere in movimento. Non c’è un motivo ben preciso ma si è felici e soddisfatti solo se si viaggia, altrimenti le giornate sembrano tutte uguali e noiose. Inoltre, non ci si riesce a godere appieno il presente perché si ha sempre in mente quel viaggio straordinario che ci ha fatto sentire vivi, e al ritorno da un viaggio, si senta già il bisogno irrefrenabile di ripartire verso nuove avventure.
Si dice che il viaggio inizia dal sogno e il sogno è la nostra evasione la nostra voglia di cambiamento, il viaggio è emozioni, avventura, nuove conoscenze, da soli o in compagnia, con qualsiasi mezzo di trasporto, ci arricchirà di ricordi, immagini, qualche imprevisto, ma fa parte del gioco.
Il viaggio è libertà, possiamo scegliere le nostre mete, i nostri compagni di avventura, il periodo, la durata. Il viaggio è adrenalina, evasione, ci rigenera quando siamo "down" ci aiuta a far defluire lontano da noi i "carichi pesanti".
Ma soprattutto il viaggio è vita nuova!
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